martedì 03 aprile 2012
"Così
come le rondini fanno primavera, il naturismo o nudismo da noi fa
estate. Di anno in anno l’approccio però non cambia, la polemica è solo
ideologica, gli argomenti sempre gli stessi. Quando scende in campo
un’organizzazione importante come la Confesercenti per perorare la causa
naturista ci si aspetterebbe qualcosa di più di appelli generici, anche
se garbati.
Si vuole accreditare il naturismo
come un turismo "ricco", in grado di rinsanguare un'offerta un po' in
affanno però è strano che in tutta la riviera che va dal Po a Pesaro
nessuno abbia pensato di offrire spazio a queste persone pur in presenza
di operatori turistici molto dinamici.
Non risulta, nonostante il problema esista da anni, che si sia mai fatta una ricerca, condotta da un ente al di sopra delle parti, per sapere quante sono le persone che attualmente lo praticano, da dove provengono, se sono turisti stanziali o pendolari, che bisogni hanno, che potenzialità ci possono essere. Con elementi più certi ci potrebbe essere qualche operatore incentivato a riconvertire le strutture esistenti per renderle idonee a questa forma di turismo.
Però al di là di questi discorsi, si resta amaramente sorpresi nel constatare, in questo caso come in altri, come la difesa dei propri interessi, dei propri egoismi cancelli ogni considerazione saggia e di buon senso. Tutti sanno che una presenza ufficializzata e regolarizzata del naturismo in quel piccolo e fragile tratto di spiaggia decreterebbe la fine di un'oasi naturalistica che invece andrebbe trattata come un "santuario della natura" visto che è l'unica rimasta pressoché intatta, specialmente ora che si sono finalmente abbattuti i tanti capanni abusivi che esistevano. Strutturare il naturismo sarebbe un primo passo a cui fatalmente ne seguirebbero altri per renderla fruibile sempre a più persone "amanti della natura incontaminata" anche se non naturisti.
A parole si grida il rispetto della natura e dell'ambiente, nei fatti lo si nega perché non si vuole rinunciare a nessuna delle proprie pretese. Barbari sono sempre gli altri.
Secondo noi la foce del Bevano e la Bassona dovrebbero essere "off limits" per qualsiasi turismo balneare e stanziale ma fruibili solo come oasi naturalistica, secondo itinerari prestabiliti e con regole molto rigide. Di spiagge "antropizzate" ne abbiamo sin troppe e deve poter esistere almeno un luogo da tramandare alle future generazioni il più possibile incontaminato."
Non risulta, nonostante il problema esista da anni, che si sia mai fatta una ricerca, condotta da un ente al di sopra delle parti, per sapere quante sono le persone che attualmente lo praticano, da dove provengono, se sono turisti stanziali o pendolari, che bisogni hanno, che potenzialità ci possono essere. Con elementi più certi ci potrebbe essere qualche operatore incentivato a riconvertire le strutture esistenti per renderle idonee a questa forma di turismo.
Però al di là di questi discorsi, si resta amaramente sorpresi nel constatare, in questo caso come in altri, come la difesa dei propri interessi, dei propri egoismi cancelli ogni considerazione saggia e di buon senso. Tutti sanno che una presenza ufficializzata e regolarizzata del naturismo in quel piccolo e fragile tratto di spiaggia decreterebbe la fine di un'oasi naturalistica che invece andrebbe trattata come un "santuario della natura" visto che è l'unica rimasta pressoché intatta, specialmente ora che si sono finalmente abbattuti i tanti capanni abusivi che esistevano. Strutturare il naturismo sarebbe un primo passo a cui fatalmente ne seguirebbero altri per renderla fruibile sempre a più persone "amanti della natura incontaminata" anche se non naturisti.
A parole si grida il rispetto della natura e dell'ambiente, nei fatti lo si nega perché non si vuole rinunciare a nessuna delle proprie pretese. Barbari sono sempre gli altri.
Secondo noi la foce del Bevano e la Bassona dovrebbero essere "off limits" per qualsiasi turismo balneare e stanziale ma fruibili solo come oasi naturalistica, secondo itinerari prestabiliti e con regole molto rigide. Di spiagge "antropizzate" ne abbiamo sin troppe e deve poter esistere almeno un luogo da tramandare alle future generazioni il più possibile incontaminato."
Carlo Zingaretti - Ravennadomani
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